Cellulite: attenzione ai falsi allarmismi

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L’estate si avvicina, e con essa anche la fatidica “prova costume”, croce e delizia di un sacco di donne (e di uomini).Non stupisce quindi di trovare sempre più spesso, aprendo il giornale o guardando la televisione, pubblicità di snellenti, dimagranti, creme miracolose eccetera eccetera. Una di queste però può spaventare. Grida a gran voce «La cellulite è una malattia» e «curala in tempo con questo prodotto».

Le prime cose che vengono in mente parlando di cellulite solitamente sono l’accumulo di grasso sulle cosce, la ritenzione idrica e la pelle a buccia d’arancia, cosa che probabilmente crea imbarazzo a molte signore e signorine in bikini (forse è per questo che hanno “inventato” il pareo). Il significato del termine “cellulite” è infiammazione delle cellule, quindi la cellulite è una malattia. Dati alla mano, 8 donne su 10 sono affette dalla classica pelle a buccia d’arancia, sono tutte malate? La risposta è no.

Internet e il farmacista di fiducia spiegano che bisogna distinguere tra due “tipi” di cellulite, la malattia vera e propria e l’inestetismo (parola che vuol dire tutto e niente). La cellulite intesa nel senso di malattia è solitamente dolorosa ed è una forma grave di quella che tanto temono le signore in costume. La crema pubblicizzata infatti è un farmaco vero e proprio, e anche se è venduto senza ricetta non tutte possono farne uso: non va infatti assolutamente usato in gravidanza o da chi ha problemi alla tiroide, in quanto contiene levotiroxina e escina, sostanze assenti nelle comuni creme contro gli “inestetismi”, che contengono invece caffeina, burro di Karité e simili.

La pubblicità agisce con furbizia. Non dice il falso, la cellulite vera e propria è una malattia a tutti gli effetti. Il prodotto che pubblicizzano poi è proprio un farmaco, e lo dicono anche. Tutto ruota sull’ignoranza delle persone. Ignoranza, ovviamente, intesa come l’ignorare l’esistenza o i particolari, in questo caso, di un fenomeno del derma come la cellulite. Meno male che c’è il farmacista, che dovrebbe (teoricamente) informare le clienti e aiutarle a capire le differenze tra un caso e l’altro. Anche se, sempre su internet, si scopre che un sacco di donne usano la crema-famaco contro i comuni cuscinetti, salvo poi avere problemi di insonnia ed essere colte da tachicardia e senso di ansia (effetti pare causati dalla levotiroxina).

Ma in tempi in cui ragazze più o meno giovani ricorrono al bisturi per eliminare gli “inestetismi”, in una società in cui è tutta una corsa al bello e perfetto a tutti i costi, e si crede alla miracolosità di diete drastiche per entrare nel micro bikini (e sperare di starci bene), era proprio il caso di allarmare tanto signore e signorine con una pubblicità del genere? In quante, prima di fare uso del farmaco, si informeranno o verranno informate dal farmacista o dal medico sulla differenza tra i due tipi di cellulite? Si spera tante, come si spera che la pubblicità abbia scioccato molti, e che altrettanti siano andati poi a cercare informazioni più dettagliate sul caso. Rimane comunque il fatto che la capacità critica di chi guarda la televisione o legge il giornale è importante ed essenziale non solo per valutare le notizie, ma anche per evitare che equivoci di questo tipo possano causare guai peggiori.